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NOTE
Accessibile via terra
DATI IDENTIFICATIVI
Ubicazione: Isola di San Pietro, Comune di Carloforte, località Punta delle Colonne, costa meridionale.
Riferimenti cartografici: Carta d'Italia, IGM Scala 1:25.000, F°563 Sez.I "Isola di San Pietro". Coordinate metriche centrali UTM: MJ 39 00 27 42.
Grado di conoscenza attuale
A livello scientifico: Studiato.
A livello comune: Molto noto.
CLASSIFICAZIONE
Litologia caratterizzante: Ignimbriti riolitiche ("Complesso vulcanico calcoalcalino recente")
Classificazione genetica: Poligenetica (vulcanica, marino-litorale).
Definizione genetica: Alti faraglioni rocciosi costieri; promontorio con falesie e grotte marine.
Età del processo: Miocene inferiore-medio (circa 16-15 milioni di anni fa).
AMBITO E TIPO DI I|\TERESSE
Interesse scientifico: Geomorfologico, vulcanologico.
Interesse contestuale: Paesaggistico-ambientale, didattico-divulgativo, escursionistico.
Emergenze culturali e/o naturalistiche: Monumento naturale regionale, simbolo dell'Isola d' San Pietro. Alte falesie, faraglioni e vicine spiagge (Bobba, Lucchese). Biotopo privilegiato per la nidificazione di uccelli.
Elementi qualificanti: Esemplarità geomorfologica; dimensione; valenza scenica e panoramica.
DATI DESCRITTIVI
Caratteristiche geologiche e geomorfologiche: Questi imponenti pilastri di roccia vulcanica scuro-giallastra, che emergono dal mare con un'altezza di circa 14-18 m, subito di fronte alle alte falesie di Punta delle Colonne, nella estremità meridionale dell'Isola, sono costituiti dalle ignimbriti riolitiche appartenenti al “Complesso vulcanico calcoalcalino recente" con cui ebbe termine, circa 16-15 milioni di anni fa, l'attività magmatica nell'Isola di San Pietro. In queste ignimbriti gli studiosi distinguono tre tipologie il cui colore varia dal biancastro al grigio , al giallognolo, al rossastro ed alviolaceo; localmente tali vulcaniti presentano una evidente fessurazione colonnare.
Le rocce ignimbritiche che formano sia le due Colonne che le prospicienti falesie della omonima Punta, alte 20-22 m, sono interessate in modo alquanto evidente da almeno due sistemi di fratture fra loro ortogonali, le quali generano una suddivisione della roccia vulcanica in grandi blocchi che tendono, sotto l'impetuosa azione del mare, a staccarsi dalle verticali pareti, dove si aprono anfratti e grotte (Grotte di Punta Colonne), per poi accumularsi al piede della falesia, sia nella zona emersa che in quella immediatamente sommersa, ove vengono in vario modo ed intensità, rimaneggiati e rielaborati dal moto ondoso. Le due monumentali Colonne sono esse stesse suddivise dalle diaclasi in enormi blocchi sovrapposti, grosso modo parallelepipedi, che ancora resistono all'impetuosità del mare, dal quale emergono con le loro imponenti pareti di roccia grigio-giallastra, in un bel contrasto cromatico con l'intenso azzurro marino circostante.
I due grandi faraglioni sono la testimonianza di un'antica posizione più avanzata della falesia, costretta ad arretrare fino all'attuale posizione a seguito dei continui franamenti prodotti dalle intemperie, ed in particolare dallo scalzamento alla base delle ripide pareti rocciose da parte dei marosi.
Antichi e recenti crolli, soprattutto delle parti più alte dei monumentali pilastri, sono documentati da varie fonti, già a partire dal La Marmora nel suo "Itinerario" (1857, vol. I, pag. 135), fino a testimonianze più vicine nel tempo, ed anche in occasione di recentissime tempeste dell'inverno 2009.
A Punta delle Colone, grazie alla netta diversità di colore delle rocce, è possibile osservare una faglia che pone in chiaro contatto tettonico le ignimbriti riolitiche giallognole con tufi litoidi azzurrognoli.
Tra Punta delle Colonne e Punta du Xitta, questo scenografico geomorfosito è ulteriormente impreziosito dalla splendida spiaggia di Bobba, una delle più rinomate dell'Isola anche per il suo candido e fine arenile.
Nell'ampio golfo subito ad ovest di Punta delle Colonne si distendono poi le spiagge del Lucchese e di Geniò, di fronte alla quale emerge l'isolotto allungato di Geniò.
Infine, sulla dirimpettaia costa sono presenti le tracce di vecchie Cave di pietra, impostate sulle rocce piroclastiche varicolori, da rosso-violacee a biancastre.
UTILIZZAZIONE E TUTELA
Utilizzazione attuale del sito e della costa antistante: Meta di escursioni per mare e via terra. Sparsi coltivi nelle zone interne.
Stato di conservazione: Buono.
Rischio di degrado del geosito: Elevato.
Minacce e/o disturbi al contesto paesistico: Possibili insediamenti turistico-residenziali nella costa antistante il monumento; naturale azione demolitrice del mare in occasione di violente tempeste.
Tutela esistente: R.D. 1939 sulle bellezze naturali e singolarità geologiche; Monumento naturale istituito con decreto Ass. Dif. Amb. 29-4-1993 ai sensi della L.R. 7 giugno 1989, n. 31; Vincolo paesistico - ambientale; L.R. 22 dicembre 1989, n. 45 (Piano Territoriale Paesistico n. 14 delle Isole di San Pietro - Sant'Antioco, zona 1 di conservazione integrale); Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva CEE "Habitat" 92/43.
Grado di tutela: Necessaria.
Proposte di conservazione e valorizzazione: Divulgazione delle conoscenze relative all'origine del monumento e suo inserimento in un per- corso adeguatamente attrezzato senza alterare la naturalità del sito. Realizzazione della Riserva naturale "Isola di San Pietro, Isole Piana, dei Ratti e del Corno" prevista dalla L.R. 31/89 e di una Riserva marina nel prospiciente specchio di mare (L.N. 6.12.1991, n. 394 - Legge quadro sulle aree protette).
VALUTAZIONE GEOSITO
Parametri principali:
Esemplarità geologico-geomorfologica; Alta.
Esemplarità paleogeografica: Rilevante.
Esemplarità didattica-divulgativa: Alta.
Dimensione: Notevole.
Grado di naturalità del sito: Alto
Valenza scenica-paesaggistica intrinseca: Molto alta.
Ricorrenza a scala geografica: Molto raro.
Accessibilità: Buona.
Visibilità: Agevole.
Parametri integrativi:
Valenza come biotopo: Alta.
Valenza storico-culturale: Discreta.
Valenza panoramica: Alta.
Ambito di importanza a scala geografica: Nazionale.
Note aggiuntive
- Secondo antiche leggende locali, le due Colonne sarebbero marinai puniti per malefatti, oppure mostri, trasformati in roccia da San Pietro, protettore dell'Isola, a difesa dei suoi abitanti.
- Il nome della spiaggia di Bobba deriverebbe dai ben levigati ciottoletti dispersi nell'arenile, i quali ricordano un piatto a base di fave (bobbe), tipico della cucina tradizionale di Carloforte.