Lunghezza : 9,7 km (comprensiva, come da traccia, della deviazione allo stagno e alla pineta di Cala Vinagra).
Lunghezza : 5,6 km (comprensiva, come da traccia, della deviazione allo stagno e alla pineta di Cala Vinagra) se si inizia dal waypoint AUTO (nei pressi del cancello della stradina pedonale che scende a Cala Vinagra).
Dislivello : 200 metri
Interesse: Naturalistico e paesaggistico, lungo alcuni tratti del sentiero si possono osservare numerose specie endemiche caratteristiche del patrimonio vegetativo dell’isola.
Difficoltà: ⊗⊗⊗
Attrezzatura: Scarpe da trekking, acqua, abbigliamento sportivo, pantaloni lunghi.
Percorrenza: Tre ore A/R.
Partenza: 39° 8’48.37”N – 8°15’27.77”E
Piazzuola sulla destra della Provinciale N° 104 Carloforte – Capo Sandalo di fronte alla Cava di Patella al chilometro 5,2 (dal bivio Macchione).
Questo sentiero che nella prima parte è uguale al N° 3, raggiunge il piccolo fiordo di Cala Vinagra sulla costa settentrionale dell’isola. La prima parte del percorso potrebbe farsi anche in auto (due chilometri circa dalla piazzuola) sino a raggiungere il bivio che indica attraverso l’apposita segnalazione l’itinerario N° 3 che a sinistra porta verso la stagno e la pineta (si può parcheggiare nel waypoint AUTO 39 9 24,9408 N 8 14 55,4388 E). Se si svolta a destra, seguendo il segnale N° 4 si affronta una leggera salita sterrata e si giunge sopra il costone che funge da spartiacque tra i canali di Basilio a destra e quello di Cala Vinagra a sinistra. La prima parte del percorso si svolge sopra una strada un po’ accidentata ma ben visibile che porta sino al limite del pianoro da cui si domina la parte settentrionale dell’isola con vedute su Punta delle Oche, Nasca sino al Bricco di Guardia Mori, mentre sul lontano orizzonte si intravedono sulla costa sarda i profili da Capo Pecora a Capo Frasca. Si giunge così nei pressi di un ciuffo di pini d’Aleppo, in prossimità dei quali alcuni cumuli di pietre intercalati dalle segnalazioni rosso-verdi individuano sulla sinistra un sentiero stretto che a volte può essere nascosto dalla macchia ma segnalato in più punti da cumuli di pietra che consentono facilmente di orizzontarsi. La prima parte della lunga discesa che porterà al mare si presenta di facile percorribilità, poi pian piano la pendenza aumenta, il sentiero diventa più impervio anche perché ricoperto dalla macchia, quindi orientarsi coi segnali è fondamentale per non perdere l’orientamento. La parte finale del sentiero corre addossato a un costone roccioso, fare molta attenzione e non distrarsi per osservare lo spettacolare paesaggio che si apre sulla destra.
Verso la fine del sentiero si intravede la forma sinuosa del piccolo fiordo e l’inconfondibile sagoma del bianco isolotto la cui sommità ospita il nido di una coppia di falchi della regina. L’ultimo tratto per scendere sulla riva ciottolosa è costituito da una serie di scalini ricavati sulla spalla del costone che ci accompagnano alla fine di questo faticoso ma spettacolare itinerario.
Il percorso potrà riprendere in senso inverso dopo un giusto e meritato riposo, oppure risalire la valle lungo un sentiero pedonale di nuova apertura. La via pedonale termina presso un cancello che, se chiuso, si supera facilmente sulla dx. Questo percorso ci porterà al punto dove si è parcheggiata l’auto e comunque sulla strada sterrata che porta verso la provinciale N°104 presso la cava del bricco Patella.
Ho percorso questo itinerario nel mese di maggio 2015
Il percorso nella guida "Trekking nell'isola di San Pietro"